Ognuno di noi ha il suo punto debole: quando Paride, scoccò la freccia avvelenata che andò a conficcarsi nel tallone di Achille, forse non immaginava che ne avrebbe provocato la morte.
Ma così fu!
Questo avvenne perchè Achille, Semidio figlio del mortale Teleo re dei Mirmidoni, non era immortale bensì aveva nel suo tallone l’unico punto di vulnerabilità.
Achille, detto piè veloce.
Che con le sue SETTANTASETTE vittime durante la guerra di Troia, divenne l’eroe Greco con più uccisioni a suo carico nella poesia epica classica.
Forse avere un pò di dolore al tendine era il minimo che gli potesse capitare!!
Tendinopatia del tendine d’achille
Nell’epoca moderna però, dove di eroi ne sono rimasti veramente pochi, non è così infrequente incontrare persone che ci riferiscono dolore e conseguente limitazione dell’attività sportiva a causa di un dolore al Tendine d’Achille.
Anzì nella letteratura scientifica, i disordini a carico del Tendine d’Achille vengono descritti come i più frequenti tra tutte le sindromi da sovraccarico.
Chi ne soffre?
Solitamente, la maggioranza di coloro che soffrono della tendinopatia achillea è sempre stata rappresentata da persone attive che in modo amatoriale o agonistico, praticavano sport.
Tuttavia è innegabile che rispetto al passato, l’evoluzione delle superfici, dei materiali, e la necessità “sociale” di ottenere performance di alto livello in età precoce, abbiano portato negli anni più recenti ad una diffusione del problema ancora maggiore.
Attualmente:
- è opinione comune che i runners siano la categoria più colpita.
- vi è un notevole aumento statistico del problema nei calciatori di calcio di alto livello
- tra i runners ne soffrono in particolare coloro che praticano maratone ed ultramaratone
- l’incidenza della tendinopatia del Tendine d’Achille è notevolmente più alta nella fascia d’età tra i 40 e i 59 anni
- nonostante gli studi scientifici siano discordanti, l’incidenza sembra essere decisamente maggiore nei maschi rispetto alle femmine.
- obesità, ipertensione, dislipidemia e diabete sono condizioni mediche talvolta associate alla Tendinopatia Achillea
A questo punto, verrebbe da dire che in fondo la tendinopatia è un problema che riguarda esclusivamente coloro che praticano sport.
Ed allora, se lo sport è il problema, verrebbe da dire che la risposta più ovvia, non può essere altro che SMETTERE DI FARE SPORT.
L’importanza dell’esercizio terapeutico
Per fortuna non è così.
Anzi, se c’è un aspetto che è dato per scontato nel trattamento di questo tipo di problema, è che la sospensione dall’attività sportiva non solo non aiuta, ma addirittura può comportare un peggioramento del quadro clinico ed una prognosi più lunga e sfavorevole.
Ovviamente però, qualcosa va modificato sia nel carico a cui il tendine è sottoposto sia, nell’incidenza che vari aspetti hanno sulla salute del tendine.
Infatti, se da un lato a contribuire al problema vi sono fattori intrinseci dall’altro, è innegabile che vi siano fattori estrinseci di enorme importanza.
E su questi ultimi, è opportuno fare delle considerazioni.
Prima di parlarne però, dobbiamo conoscerli.
Tra i fattori intrinseci possiamo trovare:
- età del paziente
- alterazioni della struttura del tendine
- postura del piede
- patologia propria del tendine o delle strutture ad esso annesse
Tra i fattori estrinseci vi sono:
- scelta delle calzature adatte
- scelta delle superfici adatte
- utilizzo di ortesi (plantari)
- richiesta funzionale
- richiesta prestazionale
Definito l’elenco dei fattori contribuenti, credo che ognuno di noi possa facilmente comprendere che la presa in carico dell’analisi e della gestione dei fattori intrinseci debba essere data ad un professionista sanitario.
Agire sui fattori estrinseci invece, è una cosa che può già fare il paziente, o in sua vece, l’allenatore o il preparatore fisico.
Quest’ultimo aspetto in realtà, spesso rappresenta un problema di non cosi semplice soluzione.
Infatti, così come nel corso della vita le difficoltà diventano sempre maggiori con l’avanzare degli anni, anche nello sport, gli ostacoli (in senso figurato ma non solo) da superare, sono sempre più difficili.
E se l’ostacolo è troppo alto, l’allenamento, la preparazione, la calzatura e la superficie d’appoggio, dovranno concorrere a creare le condizioni tali per cui, si possa arrivare alla prestazione desiderata.
Il che significa senza nascondersi dietro troppi discorsi, che a fronte di una maggiore richiesta, si andrà a “spingere al massimo sull’acceleratore” con buona pace dell’integrità delle strutture anatomiche interessate.
In primis il Tendine d’Achille
Prestazione vs prevenzione.
Ed ecco il motivo per cui la ricerca nello sport, ha portato ad esempio nell’atletica leggera, allo sviluppo di superfici che non disperdessero orizzontalmente la forza che il piede scarica a terra durante l’appoggio.
Al contrario, si è cercato di mettere a punto materiali che restituissero praticamente in toto la forza espressa dalla spinta a terra.
Essendo però il tendine d’achille la struttura che funge da trasduttore di queste forze, è evidente che il sovraccarico che esso deve sopportare, aumenta a dismisura.
Nell’ immagine qui sopra ad esempio, vedete uno Sprinter sui blocchi di partenza.
Nel dettaglio, vi sono le scarpe chiodate grazie alle quali, anche in posizione di riposo, il tallone è posizionato più in basso rispetto all’avampiede.
Questo consente una spinta più efficace e tempi di contatto più brevi a terra (che significa correre più veloce nella corsa lanciata) ma mette il tendine d’achille in una situazione di tensione maggiore.
Medesimo ragionamento ed analoghi risultati, si sono poi avuti con lo sviluppo delle calzature e con l’introduzione sempre più frequente, anche se in questo casi per motivi di carattere economico e non prestazionale, dei campi da calcio sintetici.
Cosa fare!
Cosa fare allora?
Di questo e molto altro, parleremo in modo più approfondito nei prossimi articoli.
Come di consueto però, vi lascio con un primo semplice consiglio.
Se avete dolore al Tendine d’Achille, scegliete terreni soffici ma non cedevoli per il vostro allenamento.
Assolutamente consigliati sono l’erba, le pinete ed i terreni sterrati mentre, sono da evitare asfalto, cemento e soprattutto le piste di atletica leggera o i campi da calcio sintetici.
Qualcuno talvolta mi chiede se la corsa in spiaggia può essere utile o meno.
Ebbene non solo non è utile ma addirittura è dannosa. Ma di questo, ne parleremo prossimamente.
A presto
Andrea