Come fisioterapista specializzato in terapia manuale posso affermare con assoluta sicurezza, che la maggior parte dei trattamenti che eseguo riguardano il mal di schiena.
E sono certo di andare piuttosto vicino alla realtà, se dico che questo avviene soprattutto per i fisioterapisti che lavorano in libera professione a meno che, non siano legati ad ambiti professionali molto specifici (ad esempio fisioterapisti sportivi).
Nella mia pratica quotidiana, i trattamenti rivolti a problematiche del rachide (cervicale, dorsale o lombare) rispetto ai trattamenti totali, sono circa il 50-55%.
Questo è quello che noi verifichiamo in studio, ormai da anni.
Inoltre, credo sia altrettanto corretto poter dire che le problematiche relative al tratto lombare, superino quelle del rachide cervicale e ancor di più, quelle del rachide dorsale.
Mal di schiena: tanti termini, un unico grande problema!
Mal di schiena, lombalgia, lombaggine, sono solo alcuni dei termini che i pazienti usano per definire un dolore nella parte bassa della schiena.
Tuttavia, la sua definizione è solo “l’ultimo dei problemi”.
Ad esempio uno dei problemi principali, è avere una preparazione adeguata a rispondere alle domande che il paziente ci pone.
Un fisioterapista preparato deve riuscire a dare una risposta adeguata a varie questioni.
Ad esempio:
- Qual è il mio problema?
- E’ risolvibile?
- E’ un problema potenzialmente pericoloso per il futuro?
- Qual è la causa?
- Come paziente posso fare qualcosa per stare meglio o per evitare di peggiorare?
Potrebbero sembrare domande banali ma, per chi ha avuto la sfortuna di dover affrontare un’esperienza di dolore, la possibilità di poter ottenere delle risposte chiare, è il viatico per intravedere una parvenza di soluzione positiva.
Questo però è meno scontato di quanto si possa pensare.
Definizione “pratica” di mal di schiena
La letteratura scientifica dice che solo in minima parte, il mal di schiena è correlato a cause anatomico/strutturali mentre, la stragrande maggioranza delle manifestazioni sia catalogabile sotto la sigla NSLBP.
Questo acronimo sta a significare non specific low back pain, ovvero mal di schiena non riconducibile ad una causa specifica.
Nella mia esperienza ritengo che questa definizione incuta solo incertezze e paure immotivate nel paziente.
Pensateci un attimo: cosa c’è di peggio di avere dolore senza conoscerne la causa?
Per quanto grave possa essere la situazione, penso che ad ogni paziente non piaccia sentirsi dire che il suo mal di schiena non ha una causa specifica.
Piuttosto, preferirebbe comprendere nel dettaglio, gli eventuali fattori di carattere anatomico, funzionale, posturale o legati alle abitudini di vita, che possano rappresentare la causa o la concausa del problema.
Ecco perché, nella pratica quotidiana del nostro studio, ci siamo auto-imposti di non dire mai al paziente che il suo mal di schiena non ha una causa specifica.
Se io fossi dalla parte del paziente, non sarebbe certo quello che vorrei sentirmi dire da un professionista preparato.
Il compito del fisioterapista quindi, è di eseguire un’anamnesi e una valutazione approfondita, cercando di raccogliere tutta le informazioni necessarie sia dal punto di vista strumentale sia, dal punto di vista clinico.
E questo non è un particolare da poco perché, se è vero che ogni dolore lombare può essere chiamato mal di schiena, è altrettanto certo che i mal di schiena non sono tutti uguali.
Entreremo più nel dettaglio nei prossimi articoli, circa la presentazione clinica del mal di schiena di origine posturale, meccanico, infiammatorio o legato a problematiche del disco.
Per ora vi lascio con un alcune considerazioni.
L’importanza della valutazione clinica
Quasi sempre la presentazione clinica, le attività che riproducono il dolore e l’andamento del dolore stesso nel corso della giornata, ci forniscono informazioni importanti tanto quanto quelle che emergono da valutazioni strumentali.
Risonanza magnetica e TAC incluse.
Questo però se la valutazione è approfondita ed accurata.
Un professionista preparato infatti, non deve mai lasciarsi tentare dalla voglia di arrivare a conclusioni affrettate!
Quindi come pazienti, sentitevi legittimati a chiedere una valutazione approfondita ed esaustiva.
Se il vostro mal di schiena tende a diffondersi agli arti inferiori, non significa che esso sia causato da un ernia del disco anzi, la fonte del dolore può essere molto diversa.
Da questo deriva che il semplice criterio dell’irradiazione del dolore, non dovrebbe rappresentare motivo di paure eccessive.
Questo è uno dei tanti motivi per cui nel prossimo articolo, dedicheremo la nostra attenzione al mal di schiena causato da un’ ernia del disco.
Definiremo il quadro clinico di una lombalgia di origine discogenica, di come è possibile trattarla e di quali sono invece gli aspetti clinici rilevanti grazie ai quali, un fisioterapista deve capire se è necessario un approfondimento diagnostico o piuttosto, una consulenza di tipo medico-chirurgico.
Parleremo di questo e di tante altre cose.
Spero vi piacerà.
Alla prossima,
Andrea